Pubblicato più di un anno fa
Francesca Mandalà
Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria; data importante non solo per chi ha vissuto e subito personalmente gli orrori della guerra e della realtà dei campi di concentramento, ma anche per chi ha il dovere di non dimenticare quello che è successo per fare in modo che non riaccada mai più nulla del genere.
Anche il nostro liceo partecipa alle iniziative di solidarietà nei confronti delle vittime della Shoà e della macchina distruttiva del conflitto razziale, con tutti i suoi brutali annessi e connessi.
Nove giorni prima della ricorrenza, in memoria delle vittime dell’olocausto, al Liceo Galileo Galilei si è tenuto un incontro degli studenti con un ex prigioniero politico, deportato in uno dei tanti campi di concentramento nazisti. A questo incontro hanno partecipato le classi quinte, più vicine alla questione grazie agli studi di storia.
Come ogni anno la scuola si è impegnata nell’organizzazione di incontri e di diverse iniziative (vedi allestimento di un banchetto del mercato equo esolidale) allo scopo di informare e sensibilizzare gli alunni sulla dura realtà della guerra e degli stermini razziali. L’importanza del ricordo non va trascurata, in particolare in un periodo duro come quello che stiamo vivendo, costellato di guerre più o meno giustificate e portate avanti in nome di interessi poco nobili o addirittura di scontri di matrice religiosa. Non si può né si deve dimenticare quello che è successo ormai più di sessant’anni fa, anzi, bisogna continuare a ricordare per evitare di commettere gli stessi errori. La nostra si avvia ad essere una società multirazziale e non c’è posto per i fanatismi razzisti.
Questa nuova condizione va vissuta con tolleranza e con un sentimento di apertura nei confronti di chi fino a ieri veniva considerato come il “diverso” e che oggi è il nostro vicino di casa o compagno di scuola. Non bisogna dimenticare che i tristemente famosi lager nazisti non erano solo campi di lavoro forzato per prigionieri politici, ma anche, e in seguito soprattutto, veri e propri campi di sterminio adibiti all’eliminazione totale di razze e di gruppi considerati inferiori, quali ebrei, omosessuali, Rom.
(articolo pubblicato su "Il Galileo" di gennaio 2205 - "Popolo Cattolico" del 29 gennaio 2005)