11 ottobre 2003 - 11:48

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Francesca Carobbio e Martina Gatti

Primo giorno di scuola, ore 7,00: quindici studenti del liceo salgono su un pullman la cui meta non è Caravaggio. Dove mai andranno? E chi sono questi fuggitivi? Niente di illegale, nessun illecito: stanno infatti per prendere parte alla quarta edizione del Liceo in montagna, una iniziativa proposta dal liceo Galilei in collaborazione con il C.A.I. di Caravaggio.

Si tratta di un progetto ormai consolidato che impegna i ragazzi (e i genitori più coraggiosi) in un trekking di quattro giorni in Alta Valmalenco, una rara occasione, anzi, l'occasione giusta per arricchire il proprio bagaglio culturale senza stare sui banchi di scuola. Non va sottovalutata infatti la grande valenza didattico-educativa di questa attività, che ha visto impegnati come responsabili quattro professori di diverse discipline: educazione fisica, matematica e scienze. Veterano, nel ruolo di guida, il signor Arturo Dell'Agosto, geologo, che ci ha permesso di abbinare al piacere di un'escursione in tutta sicurezza (garantita dagli accompagnatori C.A.I.) momenti indimenticabili dedicati alla scoperta dell'ambiente alpino.

L'itinerario seguito ci ha offerto infatti molti spunti per approfondimenti di carattere geologico, geomorfologico e naturalistico, e ci ha permesso di osservare ambienti tra i più svariati: abbiamo attraversato boschi e valli, esplorato ghiacciai, letteralmente scalato ripidi sentieri...

Un'avventura incredibile lungo l'Alta Via, resa ancor più piacevole dal clima di confidenza che si è creato, complice la fatica comune, tra alunni e professori. Non ci crederete - non ci credevamo nemmeno noi - ma sono esseri umani anche loro!

E forse è proprio per questo che vale la pena di fare un'esperienza simile, perché è condividendo le stesse fatiche e le stesse gioie, è mangiando allo stesso tavolo in un rifugio o chiacchierando insieme che si arriva davvero a conoscere una persona.

Quanti tra voi si immaginano un professore che scherza davanti al camino con i suoi alunni o che suona la chitarra mentre loro cantano? E questo senza smettere di essere professore, perché di cose, sudando su per la Valmalenco, ne abbiamo imparate tante.