Maria Chiara Gritti, psicologa e psicoterapeuta, presenta agli studenti il suo libro "La principessa che aveva fame d'amore", pubblicato da Sperling & Kupfer, che affronta il tema della dipendenza affettiva.
Belle, buone, brave e obbedienti: quante donne hanno imparato fin dall'infanzia che questo è l'unico modo per essere amate? Come succede ad Arabella, la protagonista di questa favola: pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata. Ma c'è qualcosa che grida dentro di lei, un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace: è la sua fame d'amore. Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri. Ma come può una ragazza poco nutrita d'affetto riconoscere il sapore del vero amore? È sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque. Per fortuna c'è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta. Il libro presenta con ironia e delicatezza la "love addiction", quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe, a cui dare tutto in cambio di niente. Troppe principesse ne soffrono, si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima, fiducia e sorriso. Non bisogna più accontentarsi delle briciole, insegna la favola di Arabella: l'unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire se stesse. E dovrà essere il principe a mostrarsi degno della sua principessa.