7 marzo 2017 - 20:48

Tempo di lettura:

Pubblicato più di un anno fa

di Giorgia Fleischmann

La Norvegia è nei suoi anni d’oro. Con la scoperta del petrolio nel mare del Nord e con l’8,4% di disoccupazione giovanile è in testa ai paesi con un’economia in rapida crescita. Questo benessere si riflette sulla sicurezza e sui servizi offerti dallo stato, prima tra tutti l’istruzione, che io stessa ho avuto modo di vivere in prima persona.

Sia in Italia che in Norvegia il percorso d’educazione dura 13 anni, ma contrariamente a come questo periodo viene suddiviso in Italia, qui ogni studente ha 7 anni di scuola elementare, 3 anni di medie e altri 3 di superiori. Proprio per quest’ultima, gli studenti hanno varie opportunità di scelta, che corrispondono agli indirizzi tecnico/professionali italiani: scuole a indirizzo sportivo, socio-sanitario, meccanico ecc. L’equivalente del liceo italiano permette agli studenti di scegliere le materie d’interesse che costituiranno il loro orario scolastico, ad eccezione di poche materie obbligatorie, come matematica (per i primi due anni) e storia. Esse variano da materie scientifiche, come biologia, chimica, geologia, fisica, matematica, a materie umanistiche, come legge, sociologia, psicologia, diritto, e infine anche alle lingue, inglese, tedesco, francese o spagnolo. Per ogni materia poi c’è una classificazione e divisione in base al livello di difficoltà che lo studente vuole affrontare. Per esempio, matematica ha un livello base P, un livello intermedio S e uno avanzato R. Solo l’inglese fa eccezione offrendo due corsi distinti: “Literature English” e “International English”; in quest’ultima l’attenzione è posta su temi d’attualità, come la politica e le problematiche socio-economiche mondiali.

La scelta delle materie spetta completamente allo studente e ricadono sul suo futuro universitario, in quanto per accedere a una determinata facoltà servono specifici livelli di matematica, lingue e altre materie. L’accesso all’università, infatti, non è a numero aperto né prevede un test d’ingresso. Per potersi iscrivere ogni studente ha bisogno di un certo punteggio che deve essere raggiunto alla fine del terzo anno di liceo. Questo punteggio si ottiene attraverso la media dei voti ottenuti alla fine di ogni anno scolastico. Anche la scala dei voti in Norvegia è diversa: vanno da un minimo di 1 a un massimo di 6. Di norma le università norvegesi più rinomate richiedono un punteggio alto, che si può ottenere avendo il massimo dei voti. È per questo motivo che chi vuole entrare in corsi universitari come Medicina o Legge non si accontenta mai della sufficienza (che è a 2), ma punta ad avere 6 nella maggior parte delle materie.

Durante tutto il percorso di studi i libri sono offerti dalle scuole, e vanno riconsegnati alla fine dell’anno scolastico. Nel periodo di scuola superiore viene messo a disposizione anche un computer per ogni alunno, che ha però la pecca di non avere nessun blocco sui diversi siti di svago, come per esempio Facebook.         

L’università è completamente gratuita e, ad ogni studente, viene offerto inoltre un prestito dal governo per potersi permettere una vita completamente autonoma, ben oltre il “semplice” vitto e alloggio. Questo prestito deve essere ripagato una volta che lo studente abbia un lavoro stabile, per il 60% se ha completato gli studi e per il 100% se li ha abbandonati.

Avendo ormai sperimentato questo sistema scolastico per qualche mese posso senza dubbio valutarlo molto positivamente. Personalmente trovo sia importante che lo studente stabilisca le proprie materie e il livello da voler affrontare. La diversa suddivisione degli anni dà inoltre la possibilità di avere idee più chiare quando ci si trova a dover scegliere del proprio futuro, sia scolastico che, conseguentemente, di carriera. Ma l’aspetto probabilmente più importante è rappresentato dalla possibilità concessa agli studenti di rendersi indipendenti a partire dal loro percorso universitario, grazie al sostegno offerto dal governo. Dal mio punto di vista è un sistema che permette non solo di rendere i giovani adulti più autonomi, ma anche di maturare e crescere.

Introdurre alcuni di questi cambiamenti nel nostro sistema scolastico sarebbe sicuramente un grande sostegno per noi giovani, quando siamo ancora solo all'inizio di un lungo e difficile percorso che ci cambierà la vita

Parole chiave